Dal sole di Chiarella, ai rapimenti di Cambuzat

di Roberto Giannini, pubblicato il 19 Giugno 2016

by Martino Serra (photos by Maurizio Tovani)

Chiarella poetava nel sole di giugno, sembra la frase studiata, quella che ci pensi un ora, ma davvero, la seconda serata del festival è cominciata così. Con Tomaso Chiarella che pizzicava corde e raccontava di sogni mentre da un lato Luca Pagnotta, si quello di Benvegnù, lo accompagnava. Peccato, come tutti i sogni le cose belle svaniscono presto e Tomaso doveva svanire.

Il sole era forte davvero a quell’ora ed era la festa di amici, quelli del tè.

Che poi son diventati quelli dell’aperitivo con l’entrata in scena della Tribu Locale, crew di 3 musicisti e tre vocal seguiti anche dal loro pubblico venuto apposta, che hanno attratto l’attenzione di alcuni. Giusti e impegnati da paura. Tonici, tonici! Si ripetevano a nastro tra loro e noi così, ci siamo fatti prendere.

Il sole era ancora forte e Jess con il suo stile elegante di raccontarci quello che ci nascondiamo, ci raccontava di noi nelle vesti di se stessa. Ci guardava e scherzava si lei, poi scherzava del mondo e noi capivamo che eravamo lei.

Ah, mentre seduto sotto al palco mi ascoltavo Jess, arriva una ragazza che da un pò fotografava tutto e mi chiede se potevo prendermi la responsabilità di lei che si arrampicava su un palo per fotografare Jess dall’alto.

Pausa food al top. Si era creata una scena piuttosto preevento ovvero pretempesta, da li a breve si capiva che sarebbe arrivata gente, chi c’era prima era rimasto alla pausa.  E si mangiavano acciughe, si mangiavano pansotti, si mangiavano trofie al pesto, salsicce che volavano di qua e di la, maionesi al vento e patatine unte.

Allora i  Case di Vetro sempre sul pezzo, si sono alzati al capir dell’ora e si sono avvicinati al backstage ed in breve hanno attaccato a suonare, così nel giro di dieci minuti hanno attirato una gran parte del pubblico al palco, grazie alla loro capacità di creare quei suoni contemporanei che sono tra gli strumenti e i giri di elettronica. Electrologico.

Ah, sono andato in onda su radiovertigo1.com con Jacopo e abbiamo dato un resoconto della prima parte di serata, che figo hanno anche la webcam e ti puoi accorgere di quanto sei buffo mentre parli esaltato!

Intanto i Bells of Ramon, band dagli storici passati, precursori dello stoner, rimembravano un loro percorso fatto di progressione del genere. Un pubblico ammirato ha saputo apprezzare dotate capacità della band, capitanata da Luca Baldini, non solo profondo e scopritore di suoni ma due volte campione del mondo di nuoto in mare. E non vi racconto una mussa, lo dice pure Google!

Il Gioco del Silenzio è una band che sa imporre il loro percorso musicale, la loro ricerca di suoni, grazie anche alla capacità di esprimere i prorpi concetti accompagnati da colori forti che li equivalgono l’uno all’altro, dando credibilità alle parole dei loro testi, come alle interessanti alterazioni musicali.

La serata era gli sgoccioli, eravamo agli headliner e il pubblico era soddisfatto. La serata era al top.

Ah, e non vi ho raccontato che ho portato Enrico e Matteo degli Animols in onda su Radiovertigo1? Ahhhahah quante risate, abbiamo provato a spiegare al pubblico chi erano gli Animols e gli ho fatto cantare le loro canzoni tenere sugli animali accappella!

Portare sul palco band da un percorso storico generazionale appaga di aver potuto ascoltare quella musica in quella generazione precedente. Ed è stato il caso degli Ulan Bator e del suo fondatore ufficiale Amaury Cambuzat, un uomo che parla perfettamente italiano con l’accento francese e guarda il mondo ammirato come fosse un sogno senza fine. Questa sua filosofia di assorbire gli eventi della vita e trasformarli in momenti preziosi, lui con gli Ulan Bator la hanno musicata in un ora circa di esibizioni di tecniche strumentali, dove  dove il bassista diventava inventore di suoni e spesso il batterista diventava tastierista, ma anche sassofonista. E ci hanno ingioato così, come quando ci regalano la possibilità di vedere diverso.

Così, da quel primo fresco sole di giugno, dalle poesie del Chiarella, ci siam trovati a gurardare nel vuoto rapiti da Cambuzat.

Grazie di esserci stati. A stasera!

Jess

jess