Nel ponente genovese nasce Spazio Libero Utopia

di Alessandro Adesso, pubblicato il 11 Febbraio 2015

by Alessandro Adesso

Sabato 7 febbraio. Non proprio una giornata ideale per uscire: dopo mesi di autunno infinito finalmente si è svegliato l’inverno. Più che altro c’è un vento bastardissimo che ti taglia in due, ma del resto dalle nostre parti è così quasi sempre e non posso certo aspettare la primavera per mettere naso fuori casa. Vinco la pigrizia che solitamente mi coglie in giorni tipo questo e colgo l’invito di un amico che mi propone la visione del documentario “Come il fuoco sotto la brace” di Giuseppe Firrincelli, un’ottima testimonianza di circa un’ora sul MUOS e sulla lotta che la comunità di Niscemi porta avanti da ormai qualche anno in risposta alla costruzione di un sistema di comunicazione satellitare ad alta frequenza costruito a scopi militari. Ma è sopratutto l’occasione per conoscere finalmente lo Spazio Libero “Utopia” e i suoi ragazzi che una mattina di novembre hanno deciso di occupare un’area di proprietà dell’Eni abbandonata da quarant’anni; termini come “Spazio Libero”, “Occupare”, “Utopia”, faranno sicuramente accapponare la pelle a molti e allora ne aggiungo altre due: impegno e progetto, l’impegno che nonostante la loro vita privata queste persone hanno deciso di assumersi e il progetto di creare e mantenere vivo un polo che possa essere di aggregazione per tutto il ponente e non solo. Sono numerose e piuttosto ampie le sale, aree e stanze all’interno del centro, ma non mancano le idee su come utilizzarle: entrati dal grosso cancello si trova subito un piccolo edificio con un paio di stanze che verranno utilizzate per incontri ed assemblee, laboratorio di informatica, biblioteca, wc, cucina e relax. A destra del cancello una piccola rampa porta ai sotterranei attualmente ancora pieni di vecchi scaffali e che in futuro saranno laboratori nei quali chiunque vorrà potrà imparare o mettere a disposizione le sue competenze per gestire il centro anche dal punto di vista materiale. Un altro vasto salone posto sulla parte posteriore dell’area sarà il luogo dove verranno allestiti spazi per concerti, una palestra e un bar, mentre proprio accanto troverà spazio una falegnameria. Vasto è anche lo spazio esterno agli edifici, una volta nascosti dall’erba alta e ora già ripuliti in cui è in fase di progettazione un orto. Certo, c’è molto lavoro ancora da fare, pur essendo solidi dopo tutti questi anni di abbandono gli edifici sono da ristrutturare un minimo e le stanze sono ancora parecchio fredde, ed è per questo che il collettivo chiede la collaborazione di chiunque possa dare una mano. Non propriamente un centro sociale quindi, ma più uno spazio libero “da vivere” a tutti gli effetti, uno spazio che venga incontro alla cittadinanza con vari progetti tra cui quello di fornire, in maniera totalmente autogestita, un lavoro o un possibile instradamento per chi un lavoro non ce l’ha. Con una media di 22 anni il collettivo, formato finora da una decina di persone, si dimostra parecchio giovane, ma non per questo chiuso a chi vuole portare la propria esperienza.

Per contatti e maggiori info:

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