Billy (and) the Kid, tra cd, vinili e storia del punk part 1

di Alberto Canale, pubblicato il 26 Gennaio 2019

Racconti e digressioni di un idiota che si è ritrovato a gestire un negozio di dischi senza saperne nulla.

by Alberto Canale, Flamingo Records

Ho da poco letto un simpatico articolo tramite un profilo Instagram, il titolo era “An Ode To Ikea Kallax Shelves, The Best Vinyl Record Storage”, postato sul sito Vinyl me, please.

Se siete collezionisti di vinili saprete di per certo che il Kallax è il classico mobile Ikea a cubi nel quale praticamente ogni collezionista del mondo cerca di incastrare i dischi, o per lo meno i 12”, mentre accatasta scatole da scarpe con i singoli e diventa scemo per trovare un posto ai maxi EP su 10” (che dio li stramaledica). L’articolo in questione elogia l’efficienza del mobiletto svedese, la sua inappuntabile praticità e sottolinea come punto cardine l’aspetto economico: il Kallax costa poco.

un settore kallax

un settore kallax

Non ho sovvenzioni dalla Svezia per queste righe, è che di recente ho esaurito lo spazio per i CD, che acquisto sempre meno (o mi porto a casa dal mio stesso negozio) e dovrò acquistare per l’ennesima volta l’altro grande ritrovato del design cheap nordico, il Billy, che in questo periodo compie 40 anni ed è il primo mobile che comprai quando ero un giovane punk/metal kid che comprava CD a raffica senza sapere troppo bene quello che faceva.

La mia collezione di vinili è di ottimo livello, non ne possiedo a vagonate ma posso dire che il 95% sono sicuramente dei bei dischi, non posso certo dire lo stesso per i CD, ne ho di tremendi, soprattutto metal comprati alle medie, oltre che tutti quelli acquistati impulsivamente ai concerti ed ascoltati una sola volta. Non mi piace venderli, alla fine rappresentano dei momenti della mia vita ed alcuni ogni tanto li riascolto. Da qualche anno la stragrande maggioranza dei miei nuovi album sono in vinile, come d’altronde suggerisce il trend attuale di vendite che vede un costante aumento del vinile, nonostante sia comunque lo streaming a farla da padrone.

vinili e vinili

vinili e vinili

Sale però anche il prezzo di questo fantastico ed eterno supporto, che negli anni novanta era super economico e che è adesso un bene di lusso, sempre di più le ristampe, i colori, le versioni deluxe, ristampe per decennali, ventennali e trentennali.

Mentre la mia collezione di vinili aumenta e quella dei CD aumenta anch’essa ma di poche unità alla volta, mi ritrovo a sfogliare un graditissimo regalo, “La storia del Punk” di Stefano Gilardino (Hoepli, vedi recensione di Diego Curcio, ndr), una retrospettiva sulla storia del mio genere musicale preferito, quello su cui ho basato il mio lavoro e la mia vita.

Se non sapete nulla di punk è la lettura perfetta per voi, appassionante, pieno di pillole interessanti e racconti avvincenti, c’è tutto l’essenziale e qualcosa di più.
Per me, che un po’ ne so già, è comunque una stupendo ripasso di tutto ciò che bisogna imparare a memoria e tramandare ai posteri e una fonte di band magari mai approfondite, oltre che un libro oggettivamente piacevole da leggere.

stefano gilardino - la storia del punk

stefano gilardino – la storia del punk

Sfogliandolo mi sono reso conto che nonostante difficilmente faccia passare una settimana senza portare a casa un album, ho sempre dato la precedenza alle nuove uscite o ai miei filoni preferiti (hardcore anni ottanta americano, skatepunk, roba Fat wreck ed Epitaph vecchia scuola), lasciando all’ascolto su youtube o magari nemmeno quello, per esempio gran parte dei super classici degli anni settanta o tutto il garage australiano e una marea di altra roba figa ma che magari è un po’ più in basso nelle mie classifiche di gradimento o chissà per quale motivo non ho mai cagato più di tanto.

Ho perciò setacciato i miei fornitori per avere un po’ di belle cose sia da portare a casa che da tenere in negozio. Spulciando tra i cataloghi mi sono reso conto che molti album sono distribuiti nella versione cd a prezzi stracciati, per esempio posso vendere a 6€ Magnum Cum Louder degli Hoodoo Gurus! Oppure Cut delle Slits a 8€ e via discorrendo.

the slits

the slits

Così mi sono detto, cazzo, ci sono parecchi album che vorrei per completismo ma che non desidero così tanto da spendere 20-30 euro per la versione in vinile, non perché non si meritino l’ascolto sul piatto (anzi, molti hanno persino più senso sentiti alla vecchia maniera) però oggettivamente sono cose scoperte più tardi a cui tengo meno e sulle quali decido di risparmiare senza voler rinunciare al formato fisico. Mi concedo qualche mega raccolta di band che hanno discografie su vinile spezzettate, care e difficili da reperire, qualche album brutto di band che adoro.

Vale sempre la pena quindi, tra un Kallax e l’altro di piazzare una colonnina Billy e di approfittare della svalutazione (definitiva o temporanea?) del compact disc. Certo, London Calling in doppio LP nel salotto di casa è un’esperienza orgasmica che consiglio a chiunque, ma magari, nonostante il bene e la dedizione assoluta che provo per Joe Strummer e Paul Simonon, Cut the crap lo prendo in CD a 10€ e mi godo quel gran pezzo che è This is England dallo stereo del salotto, valutando come occupare lo spazio destinato a vinili nel migliore dei modi.

the clash - london calling

the clash – london calling

Fonti e link suggeriti:
http://www.vinylmeplease.com/magazine/an-ode-to-ikea-kallax-shelves-the-best-record-storage/

https://www.hwupgrade.it/news/multimedia/le-vendite-di-cd-e-vinili-tornano-a-superare-quelle-dei-dowload-musicali-ma-a-vincere-e-lo-streaming_74963.html

https://www.hoepli.it/libro/storia-del-punk/9788820379452.html