Demos, rarities & compilations vol.68: The Chills – Spring board: the early unrecorded songs
Continuiamo la rubrica sul sito Metrodora con la sessantottesima pubblicazione, che si occupa di una band neozelandese considerata una delle formazioni più influenti del cosiddetto Dunedin Sound, una corrente musicale indie nata in Nuova Zelanda nei primi anni ’80 e legata all’etichetta Flying Nun Records. Si tratta dei The Chills, band che ha sviluppato la propria discografia dalla seconda metà degli anni ottanta e il cui stile si distingue per la capacità di unire post punk, psichedelia, jangle pop e melodie catchy a un senso di inquietudine o introspezione lirica. Gli album fondamentali della band sono l’esordio Brave Words del 1987 prodotto da Mayo Thompson dei Red Krayola, il secondo Submarine Bells del 1990 considerato il loro capolavoro e il terzo, l’ambizioso e orchestrale Soft Bomb del 1992.
Questo album, pubblicato nel febbraio scorso dall’etichetta Fire Records è una raccolta di brani inediti, l’ultimo regalo del leader assoluto della band Martin Phillipps, l’uomo che di fatto era The Chills, l’unica costante di una band che in quarantacinque anni ha visto avvicendarsi decine di musicisti al suo fianco, scomparso purtroppo nel luglio dello scorso anno. Venti brani, tra i quali alcune gemme quali l’orientaleggiante If This World Was Made for Me, l’orchestrale Dolphins o la bellissima Meet My Eyes. I musicisti che componevano l’ultima incarnazione dei Chills erano, oltre a Philips (voce e chitarra), il pianista e organista Oli Wilson, la chitarrista e violinista Erica Scally, il bassista Callum Hampton ed il batterista Todd Knudson, con la collaborazione di un’altra decina di musicisti, tra i quali Neil Finn dei Crowded House.
Buon ascolto.