Public Image Ltd. – Live at Balena Festival – Genoa, 21/07/2025 – recensione

di Roberto Giannini, pubblicato il 20 Agosto 2025

Recensione di Roberto Giannini, photos di Metrodora

L’attesa per questo concerto, non avendo mai visto Johnny Lydon e la sua band dal vivo, è stata senz’altro spasmodica e piena di aspettative: da fan sfegatato dei Public Image Ltd. (più che dei Sex Pistols, seppur riconoscendone la grandezza e l’impatto devastante che hanno avuto sulla storia del rock) che considero sul podio, per quanto riguarda le personali gerarchie sul post punk, quale migliore occasione (il This Is Not The Last Tour, solito beffardo Lydon…), addirittura nella mia città.

L’apertura di serata tocca ad un interessantisima musicista che si fa chiamare Kyoto, percussionista e vocalist barese (vero nome Roberta Russo) che propone un rock sperimentale dalle tinte tribali, elettronica e avanguardia di altissima qualità che per il brano finale coinvolge in veste di ospite la nostra Irene Buselli. Veramente un miniset sorprendente, seguito dal classico dj set (era infatti una serata targata Virgin Radio) di DJ Ringo, impostato sapientemente su una scaletta decisamente post punk (Killing Joke, Joy Division, Siouxsie, New Order e Cure tra le cose che ricordo).

Alle 22 in punto sale sul palco la leggenda che tutti aspettavamo, Johnny Lydon con tanto di super cresta punk e pancione improbabile: la scaletta dovrebbe essere quella che chi ha seguito le set list dell’ultimo tour conosce a memoria. Infatti si parte con Home (uno dei brani provenienti da quell’Album del 1985 che in pratica può essere definito l’album solista di Lydon), seguito dall’ottima Know Now (tratta dal penultimo What the world needs now del 2015) e dalla consueta cover dei Time Zone World Destruction.

Il trittico iniziale varrebbe già il prezzo del biglietto, quando irrompono prima This Is Not a Love Song, con pubblico già in delirio, seguite da quella che per il sottoscritto rappresenta una sequenza da sogno: dal Metal box Poptones e Death Disco, prima di una versione shock di Flowers of Romance. Una ventina di minuti sensazionali, con il basso profondamente dub di Scott Firth a non far rimpiangere (si fa per dire) quel Jah Wobble che tanto ha caratterizzato i primi dischi PIL, con la chitarra di un formidabile Lu Edmonds (ricordiamo che sto tizio era chitarrista dei Damned fin dal 1977!!!) a farci immaginare il compianto Keith Levene, con l’ottimo Mark Roberts dietro le pelli che non sbaglia un colpo. Una band consolidata, insieme da parecchi anni, ideale per le scorribande sonore di un Johnny Lydon in grandissima forma, un po’ declamatore, un po’ muezzin, addirittura più intonato rispetto che in gioventù, mai fermo, un po’ smatteggiante, spesso scatarrante… insomma, siamo venuti anche (o soprattutto) per questo, no?

Il concerto procede con The body (da Happy? del 1987), con una incalzante Warrior (da 9 del 1989), e con la più recente Shoom, per poi ritornare su un caposaldo della loro discografia, Public Image dal First Album (qui siamo nel 1978, appena sciolti i Pistols, è il primo brano pubblicato dalla band), con il pubblico che torna in delirio e riprende con forza a pogare.

Purtroppo l’uscita dal palco della band presuppone l’oramai imminente fine del concerto, ma sappiamo che i bis saranno un’altra botta, e infatti, dopo la bellissima cover dei Leftfield Open Up, per il finale Lydon & C non ci fanno mancare una versione incendiaria di Rise (uno dei brani più famosi, scritto con Bill Laswell nel 1986 e inerente l’apartheid sudafricana) cantata da tutta la piazza per poi terminare definitivamente con il binomio Annalisa / Chant (tornando ai primi due, seminali album) e mandarci a casa a pezzi e felici.

Bravo Johnny, peccato per il leggìo sul palco che testimonia che un po’ rincoglionito oramai lo sei anche tu, ma grazie, perchè un concerto dei Public Image Ltd del 2025 è ancora un evento irrinunciabile, di quelli che rimangono nel cuore in eterno. Bravo Balena Festival che hai creduto in una situazione che ha fatto felice tanti di noi diversamente giovani, pur sapendo che non sarebbe stata una serata di grossi attivi economici.