Pelkkä Poutanen – 12/09/2025, La Claque, Genova – Festival del Mediterraneo – recensione
di 23 Settembre 2025
, pubblicato il Recensione e photos di Domenico Oteri
C’è stato un momento, durante il concerto di Pelkka Poutanen, in cui il tempo sembrava sospeso: la sua voce emergeva come un richiamo antico, e gli astanti come mesmerizzati. Non un semplice concerto, ma un rituale sonoro, un viaggio attraverso richiami evocativi del folk nordico, contaminato da pulsazioni elettroniche e spiritualità arcaica.
L’eco di Sacrifice di Lisa Gerrard è stata palpabile — non come citazione diretta, ma come assonanza spirituale. La voce di Pellka sembrava infatti accostarsi nei toni bassi al canto sacro e oscuro della Gerrard, alternando il gelo dei fiordi al sussurro delle betulle invernali.
L’estetica sonora ha molto in comune anche con Fever Ray e Current 93, specialmente nei brani più oscuri e ipnotici. Le linee vocali in loop, filtrate e ossessive costruivano in diretta pattern sonori che suggerivano un incontro tra litanie sciamaniche ed il post-industriale, dove le tradizioni popolari vengono destrutturate e ricomposte in forma rituale. Accanto a tali “costruzioni”, che create in diretta, hanno evidenziato la maestria artigianale della Poutanen, altri momenti intensi della serata sono arrivati quando l’artista ha virato versi momenti più folk più: kantele, voce di gola e canti tradizionali finlandesi, con testi che sembravano usciti da una versione ancestrale del Kalevala. Pelkka è riuscita a rendere vivo e coinvolgente un linguaggio antico, senza modernizzarlo per forza, ma lasciandolo parlare attraverso la sua intensità emotiva.
Tema comune ai testi in entrambi gli approcci la morte, con ampie spiegazioni al pubblico divertito dalle interazioni verbali con l’artista ma sempre catturato da un ascolto profondo e quasi meditativo.
Lunghissimi applausi, che hanno quasi stupito Pelkka! Peccato, troppo breve, ma entrato nel sangue!