Johnny Marr, 06/11/2025 – Fabrique, Milano – recensione

di Redazione, pubblicato il 14 Novembre 2025

Recensione di Andrea Zanel – photos di Guido Ferrero

Giovedì scorso al Fabrique di Milano davanti a circa 2000 aficionados perlopiu’ di vecchia data, si è esibito l’ex chitarrista degli Smiths Johnny Marr, artista capace di tradurre in musica le parole del suo ingombrante straordinario ex socio, Morrissey. Johnny fucking Marr con le sue corde e con il suo inconfondibile stile ha scritto non solo alcune delle pagine più indelebili della loro storia artistica, ma anche un capitolo essenziale del del pop rock new wave britannico.

Johnny si è presentato alle 21 sul palco con un completo in jeans scuro, scarpe da ginnastica nere ed un’invidiabile forma ma soprattutto con una voce sempre più convincente e con la sua solita precisione alla chitarra. Il concerto è iniziato con la grintosa Generate Generate, e subito dopo succede quello che tutti aspettavano, ossia che il folletto di Manchester facesse rivivere il mito degli Smiths, infatti, quando le prime note di Panic rimbalzano tra le luci del palco, tutto suona come un meraviglioso tuffo nel passato che porta il pubblico ad alzare le braccia e cantare a squarciagola, mi sono ritrovato dunque ad urlare “…burn down the disco, Hang the blessed DJ Because the music that they constantly play It says nothing to me about my life Hang the blessed DJ” ed a seguire “Hang the Dj” all’infinito. Solo questa performance è valsa il prezzo del biglietto e della T-shirt rossa orgogliosamente acquistata al banchetto del Tour.
 
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E’ inutile, bisogna essere sinceri, i suoi pezzi da solista sono notevoli ma alla fine la gente è venuta al Fabrique per cantare gli Smiths. Per carità, stimo Johnny Marr anche nella versione solista, ed ho grande considerazione dei suoi lavori ed in particolare di Call The comet di cui ho visto il relativo tour e dove spiccano Hi hallo di smitshiana memoria e Walk into the sea pezzo mortale nel senso poetico della parola, e, come prevedibile, grazie al cielo, JM esegue entrambi i pezzi che dal vivo sono una goduria per le orecchie. 
 
Tra le varie cover degli Smiths, con i classici cavalli di battaglia, il mancuniano esegue anche la stupenda Stop Me If You Think You’ve Heard This One Before del sottovalutato Strangeways, Here We Come, rendendomi felicissimo.
 
Il live si conclude con there is a light… preceduta da Ophelia, uno dei tre ottimi pezzi che ti fanno assaporare il mood del nuovo album di prossima uscita.
 
Concerto divertente e godibile, ad essere pignoli avrei preferito qualche brano alternativo degli Smiths e non le solite hits ma è anche giusto rispettare chi paga il biglietto ed alcuni vengono solo per quelle canzoni. Buona l’acustica, unica nota stonata della serata il prezzo delle birre (a me sembrano anche analcoliche): 9 euro al bicchiere di plastica (neanche troppo grosso). Puah.
 
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