Elisa Montaldo – new album – Looking back moving forward – full streaming

di Roberto Giannini, pubblicato il 17 Dicembre 2025

A pochi mesi dalla pubblicazione de Il fascino dell’insolito (ispirato alle serie tv del mistero degli anni settanta) e dall’esordio del progetto con Samael Von Martin di nome Albus Diabolus (Compendio Esoterico Elettronico pubblicato alla fine dell’estate scorsa) torna con un nuovo lavoro di inediti la prolifica compositrice, vocalist e pluristrumentista genovese Elisa Montaldo.

Il nuovo album (disponibile anche in cd) si intitola Looking back moving forward, opera colossale composta da quattordici brani per una durata complessiva di oltre un’ora, nella quale Elisa si occupa di tutto, voce, pianoforte, Rhodes piano, Roli Seaboard Rise 2, tastiere, sintetizzatori, suoni ed effetti, autoharp, flauto nativo americano, flauto hulusi, mandolino americano, percussioni africane, ocarina cinese.

elisa montaldo

elisa montaldo

Il tutto registrato, mixato e masterizzato al Giane Studio, mentre editing e produzione sono stati realizzati dalla musicista stessa, che ha chiamato in qualità di collaboratori alcuni musicisti, tra i quali il batterista e percussionista Mattias Olsson (già presente nei due album precedenti della Montaldo), il chitarrista elettrico Giacomo Castellano (turnista tra i più apprezzati e attualmente membro stabile della Premiata Forneria Marconi), il chitarrista Carmine Capasso (ex Trip, anche al theremin, santue e sitar), il bassista e chitarrista Carlo Guardamagna, la vocalist Barbara Rubin (anche alla viola, altra collaboratrice storica della Montaldo) e il vocalist Francesco Ciapica (Cartabianca, Martina Vinci, Noite, Tommi Scerd).

L’album è stato preceduto di qualche giorno dalla pubblicazione di un singolo con relativo video, la splendida ballata per Rhodes e voce Al di là delle idee, l’unico brano della raccolta cantato in italiano, che sarà il brano che proporremo nella nostra trasmissione webradio Metrodora’s Local Heroes che andrà in onda il primo giorno del 2026.

Sicuramente questo lavoro è ispiratissimo e di altissimo livello, una commistione di generi (si trovano tracce di ambient, di progressive, di psichedelia, di lo-fi, nonchè elettronica, field recordings, folk non convenzionale, pillole di soundtracks che lambiscono la new age, suggestioni da inizio secolo scorso…) che non invalida assolutamente la sua omogeneità, sessantasei minuti che non annoiano mai. Il titolo dell’album è assolutamente pertinente al contenuto, un disco che non si dimentica del passato ma guarda in modo lucido e visionario al futuro.

Direttamente dalle note dell’artista (che ricordiamo anche quale compositrice e tastierista anche per la prog band Il Tempio delle Clessidre):

Se in Fistful of Planets le canzoni erano “raccolte” in una galassia immaginaria fatta di pianeti, satelliti e meteore, in Looking back moving forward il tempo e lo spazio sono visti da una prospettiva più “umana”, pur mantenendo la loro essenza misteriosa e soprannaturale. Si possono riconoscere alcune melodie dei due Fistful of Planets che ritornano in una veste diversa, come un’eco del passato. L’album si sviluppa in un modo molto particolare: al centro c’è la cosiddetta bolla Dreamcore: una sorta di “parentesi” composta da 6 tracce strumentali (dalla traccia 8 alla 13, ndr) concatenate in modo strategico. Questo è un luogo in cui la mente può lasciarsi andare e sognare, entrando in uno spazio liminale in cui i suoni provengono da un passato immaginario e universale, descrivendo visioni dell’infanzia o anche “ricordi perduti di un robot”. La ricerca di Elisa l’ha portata a esplorare questo percorso sperimentando composizioni di pura ispirazione, musica per l’ipnosi e musica istintiva in cui ogni nota è stata posizionata con attenzione. L’ascoltatore può davvero perdersi e cadere in uno stato di sogno sospeso e usare questa “bolla” per rilassarsi, avere un momento di introspezione o persino cadere in uno stato mentale onirico. La bolla Dreamcore può essere ascoltata separatamente dall’album e il modo migliore per farlo è con il corpo rilassato, da fermi (o muovendosi per inerzia, ad esempio su un’auto o treno), in modo immerso (con cuffie o auricolari) e possibilmente in solitudine. Pensatela come la colonna sonora dei vostri pensieri. La title track riporta tutti alla coscienza e ricollega immaginazione e realtà, dando speranza e significato a questo viaggio. Guardare indietro a volte ci aiuta ad andare avanti. Ora possiamo iniziare un nuovo inizio facendo pace con ciò che è stato.

Buon ascolto.