Calibro 35 – Live at Verdi, Sestri Ponente – 09/05/2025 – recensione
di 11 Maggio 2025
, pubblicato il In una città sempre più gentrificata e spenta, supportare una band di livello mondiale in un teatro di periferia è quasi un obbligo, se poi la band in questione sono i Calibro 35 beh, l’obbligo diventa piacere. La band romana, capitanata dal “fantasma” di Tommaso Colliva (vincitore anche di un Grammy), non ha certo bisogno di presentazioni tra gli appassionati di musica e di cinema ma non riesce comunque a riempire il Verdi, peccato.
Ad aprire la giovane italo-nigeriana Anna Bassy, voce RnB assolutamente sopra la media. Purtroppo l’accompagnamento si sola chitarra e gli arrangiamenti insipidi rendono la mezz’ora piuttosto anonima. Probabilmente le serve un produttore, le carte per spaccare le ha.
I Calibro 35 suonano un’ora e mezza che ripercorre tutta la carriera della band. Dal poliziottesco di Ritornano quelli… e Ogni riferimento…, fino al funky cosmonauta di S.P.A.C.E.
Fabio Rondanini è protagonista assoluto, con il suo kit di batteria minimale tipo jazzista di New Orleans, intrattiene il pubblico con virtuosismi funzionali, dritto come uno stoccafisso quando gioca di rullante e ride, ingobbito e cattivo quando passa sul charlie. Enrico Gabrielli non è da meno: è lui il vero direttore live dei Calibro e il suo angolo di palco è agghindato tipo studio casalingo di un musicista svampito, con fogli che svolazzano sulle tastiere, custodie aperte da cui estrae le sue diavolerie. sembra un funambolo della musica, suona sax tenore, contralto, flauto traverso, tastiere varie, passando da uno strumento all’altro senza difficoltà, a volte suonandone due assieme.
In un’epoca di strumenti in base e campionamenti che diciamolo, hanno anche un po’ rotto il cazzo, è bello vedere la varietà di suoni che musicisti di alto livello sanno ottenere senza nessun artificio. Non sono certo un primitivista, ma se vado a vedere una band suonare voglio anche vedere che diamine fanno i musicisti.
La parte visuale ci ricorda che il Verdi è anche un cinema e sullo schermo giganteggiano la mitica Pat Grim, il mostro della Laguna Nera i peggio ceffi del noir e dei film di Lenzi… persino i gol di Italia-Germania 4 a 3!
Una serata perfetta, dove la confidenza della band è tale da chiudere (per finta) con il tema di Mission Impossible e ritornare per un bis agghindati da Diabolik (o Dr. K) per un finale horror jazz.
Plauso anche ai suoni del Verdi, non me li aspettavo così buoni.