Guido Festinese – One single shot – recensione
Testi che raccolgono schede discografiche. Quanti ce ne sono? E quanti continueranno ad essere stampati? Sia bene inteso: sussidi utilissimi, delizie del melomane nerd alla ricerca del pelo nell’uovo e – siamo sinceri – piccola garanzia di salvataggio per chi non avesse le idee chiare su cosa ascoltare. Il classico “I migliori 100 dischi del genere vattelapesca” trasmette sicurezza, il lettore sa che lì c’è una guida critica ed estetica. Quindi, ben vengano simili centoni, al di là di una certa inflazione che, talvolta, può andare a scapito della generale qualità.
Raramente, però, capita di imbattersi in opere scrittorie che alzano a palla il cursore di quella benedetta (e ricercata) qualità.
Questo è il caso dell’ultimo lavoro di Guido Festinese (One single shot, edito per EDT, ndr). Al di là dell’esperienza e delle indiscutibili competenze dell’autore, le ragioni qualitative, intanto, meritano di essere circoscritte nella particolare selezione dei dischi: non credo che nella pubblicistica italiana esista un volume che ripercorra la storia di 52 album “one shot” ovvero di esordi vinilici legati a musicisti o band finiti poi, talvolta inspiegabilmente, nell’oblio.
Un universo che, tanto per gradire, offre una prospettiva di tangenza con vari generi musicali attraverso tre decenni di ferro (’50, ’60 e “70). Dischi (potenzialmente sconosciuti) per un anno, parafrasando il centone novellistico pirandelliano e tenuto conto di quel 52, che mi ricorda istantaneamente il numero delle settimane annuali. Ma quest’ultima è una supposizione tutta mia, perché, se ti imbatti nel disco che non conosci, ti ci vuole almeno una settimana per godertelo attraverso gli input labirintici di Festinese? (Guardate il video in fondo :-))
Fosse solo questo. Poi c’è la scrittura, anzi l’impianto retorico. Prendiamo la scheda dell’esordio omonimo dei transalpini Sandrose: Festinese la prende alla lontana, parte dal nome e il suo scavo semantico, apparentemente free (come se assistessimo ad un’improvvisazione jazz), lo conduce a raccontarci dell’ossimorica forte fragilità della rosa del deserto. Segui la via e, girato l’angolo, ti trovi coerentemente a leggere dei fasti della band e del loro microsolco. In questo, Festinese mi ha ricordato un altro critico musicale, Alberto Savinio, il fratello di Giorgio De Chirico (procuratevi Scatola sonora, se non lo avete ancora fatto).
Insomma, ogni scheda è una sorta di avvincente racconto da gustare: i dettagli di conoscenze musicali abbondano, come è giusto che sia, ma si amalgamano naturalmente e gentilmente con un flusso narrativo in uno stile quasi colloquiale e molto diretto. Si legge bene e, ahinoi, si legge in fretta (finisce troppo presto!)
Poco utile enumerare, disco per disco, l’archivio contenuto in oltre 450 pagine. Per i lettori del mio blog, assai vicini alla musica di frontiera, aggiungo solo che il progressive non manca con le sue indubbie sorprese: tra gli italiani Donatella Bardi, la ghost band della Nuova Idea (Psycheground), la creatura di Andrea Centazzo (Elektriktus), i genovesi Persimfans, il jazz rock dei romani Spirale; uscendo dallo stivale si tocca l’esperienza solistica dell’ex Nice Brian Davison, ma anche quella di uno dei più sottovalutati tastieristi prog, ovvero Dave Lawson che, solo perché fece da secondo nella portaerei di Hammond, Wurlitzer, Mellotron, Moog etc. di Greenslade post-Colosseum, ce lo siamo dimenticati. Così come i suoi Samurai che nel 1971 se ne uscirono con un LP potentissimo. Potrei andare avanti sulle ali dell’entusiasmo libresco, ma preferisco fermarmi per non spoilerare quanto di stimolante vi sia da scoprire.
Tutte storie avvincenti che toccano intersezioni tra jazz, folk, blues, psichedelia, repertorio colto contemporaneo e fascinazioni extraeuropee all’interno di percorsi d’ascolto dettagliati come in una appassionata Guida Bradshaw d’altri tempi attraverso il varco spazio-temporale cartaceo: saltare dal libro al disco sarà un automatismo naturale.
Riccardo Storti (articolo originale sul blog Asterischi di Musiche)