Lucio Corsi – Porto Antico, Genova – 28/06/25 – recensione
Recensione e photo di Andrea Zanel
“Da 0 a 90 anni” era la scritta che appariva su alcuni vecchi giochi da tavolo, noti per essere apprezzati da giocatori di tutte le età.
Al Porto Antico di Genova l’antifona è la stessa, tra i circa 5000 spettatori che si sono riuniti all’Arena del Mare per vedere lo spettacolo di Lucio Corsi, sorpresa del 75simo Festival di Sanremo, e della sua band, si possono notare oltre a molti teenagers, tanti bambini sulle spalle dei genitori e signori un po’ più attempati.
Il Marc Bolan nostrano piace un po’ a tutti, li dove il porto con la sua lanterna e con il transito continuo dei natanti fa da suggestivo sfondo al palco, raramente abbiamo visto l’arena del mare così affollata. Alle 21:30 “spaccate” di un torrido sabato di fine giugno, con il volto coperto dal consueto cerone bianco e sfoggiando l’ormai leggendario abito con i sacchetti di patatine inseriti nelle spalline, Lucio nostro, accolto da un boato, dopo aver inserito il cavo nella chitarra elettrica ha aperto il concerto con “Freccia Bianca“, una delle tante canzoni geniali con testo naïf che caratterizzano il suo repertorio.
Da qui in poi non si è risparmiato intrattenendo il pubblico per circa due ore con tutte canzoni del suo ultimo LP Volevo essere un duro e con le hits del passato. Tra un cambio di vestito e l’altro, ha sfoggiato con classe la sua inconfondibile voce passando dalla chitarra elettrica a quella classica, al piano dimostrando grande ecletticitá. La band ha riempito bene il palco, il cui spazio scenico era dominato da due grandi amplificatori valvolari finti, in alcuni brani le chitarre erano addirittura tre, oltre a quella di Lucio spicca quella di Filippo Chuck Scandroglio suo fedelissimo amico di sempre.
Sigarette, Il re del rave, Astronave giradisco e naturalmente il successo sanremese Volevo essere un duro le più acclamate e cantate a memoria da gran parte del pubblico. Note: lo spettacolo ha subito un’ interruzione di cinque minuti per il malore di uno spettatore ed il pubblico ha ricordato a Lucio di fare il brano Tu sei il mattino, altra hit dell’ultimo LP che aveva dimenticato di fare, probabilmente distratto da qualche traghetto che gli passava dietro il palco. Il clou a livello artistico è stato quando ha tolto il giubbotto di pelle ed il cappello stile Bowie at the Beeb BBC Radio session, ed a torso nudo (si vede che non fa palestra ma lui ci piace tanto così com’è) si è seduto al piano ed ha intonato il brano sopra richiesto nel profondo silenzio ossequioso.
Il concerto finisce con il bis Francis Delacroix versione Rock and Roll.
In conclusione Lucio Corsi, passato in pochissimo da un pubblico da pochi intimi a palchi gremiti da migliaia di persone, mostra la sicurezza e la dimestichezza di chi ha fatto la gavetta nonostante la giovane età.