Masterpieces from all times part 86: R.E.M. – Automatic for the people – 1992
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di una band tra le più influenti nella storia del rock alternativo, soprattutto per il loro ruolo cruciale nello sviluppo del rock underground degli anni ’80 e ’90. Si tratta dei R.E.M., band americana proveniente da Athens, Georgia, che portato un approccio diverso rispetto al mainstream rock dell’epoca, con testi criptici, sonorità jangly, e un forte senso di integrità artistica. Hanno dimostrato che una band poteva partire da un’etichetta indipendente (I.R.S. Records), mantenere il controllo creativo e poi passare a una major (Warner Bros.) senza perdere autenticità. Numerosi sono gli album fondamentali della band di Athens, distribuiti nei due decenni citati, dal primo Murmur del 1983 a Lifes Rich Pageant del 1986, passando da Out of time del 1991 fino a New adventures in Hi-Fi del 1996.
Ma il vero capolavoro conclamato si intitola Automatic for the people ed è stato pubblicato nel 1992 dalla major Warner Bros., in un periodo in cui il grunge stava esplodendo, l’album si distingue per la sua profonda introspezione, i toni malinconici e l’uso di arrangiamenti orchestrali. Le liriche parlano della morte, della memoria, del tempo che passa e del rimpianto, ma lo fanno con una delicatezza che tocca profondamente. Canzoni come Everybody Hurts sono diventate inni universali per coloro che cercano conforto. Pur essendo essenzialmente un album rock, incorpora archi arrangiati da John Paul Jones (ex Led Zeppelin), pianoforti, strumenti acustici e una produzione raffinata. Automatic fu un enorme successo, sia in termini di vendite che di critica. Ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e ha consolidato il ruolo dei R.E.M. come una delle band più importanti degli anni ‘90.
Oltre al già citato Everybody hurts, l’album contiene altri undici brani memorabili, tra i quali possiamo segnalare Man on the Moon, Nightswimming, Find the River, The Sidewinder Sleeps Tonite — tutte canzoni diverse tra loro ma legate da un filo emotivo coerente. Quattro grandissimi musicisti, i R.E.M., dall’inconfondibile stile vocale, a volte quasi sussurrato, di Michael Stipe all’ultrainfluente suono chitarristico della famosa Rickenbacker di Peter Buck, dal basso caratteristico dell’ottimo Mike Mills (la cui voce in falsetto e le armonizzazioni vocali con Stipe sono parte essenziale del sound della band) all’equilibrio ritmico del batterista Bill Berry, il primo a lasciare il gruppo nel 1997 dopo aver avuto un aneurisma cerebrale e mai sostituito dal resto della band per le prove discografiche successive, mai meno che buone.
Buon ascolto.
