Masterpieces from all times part 93: Banco de Gaia – Last train to Lhasa – 1995
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di un progetto partito all’inizio degli anni novanta, precursore dello sviluppo di un movimento artistico che ha mescolato ambient, worldbeat e trance etnica. Si tratta del progetto Banco de Gaia, nome d’arte del musicista e produttore britannico Toby Marks, noto per aver fuso in maniera impeccabile elettronica downtempo, sonorità tribali, campionamenti etnici e atmosfere globali, creando un suono profondamente evocativo e spirituale. Il progetto utilizza strumenti e voci provenienti da culture diverse (indiana, araba, tibetana, africana, mediorientale) e li integra con beat elettronici e texture ambientali.
Una quindicina gli album ufficiali del produttore inglese (del Somerset), dall’esordio Medium del 1991 fino al recentissimo Trauma (pubblicato sul finire dello scorso anno). Ma il capolavoro conclamato risale alla metà degli anni novanta (nel 1995 per la precisione per la label Planet Dog, mentre questa edizione digitale che contiene anche versioni live e remix è della Disco Gecko), con il quinto lavoro in studio dal titolo emblematico Last Train to Lhasa, nato come reazione alla situazione politica del Tibet (Lhasa è la capitale di questo territorio), occupato dalla Cina. Marks non adotta un tono apertamente politico, ma piuttosto usa la musica come meditazione sulla perdita culturale, il viaggio e la spiritualità orientale.
Caratterizzato da brani lunghi, ipnotici e stratificati, con costruzioni progressive, che contengono campionamenti di canti tibetani, strumenti tradizionali e dialoghi, mescolati con sintetizzatori e groove elettronici. Si segnalano, oltre ai quasi dodici minuti della title track, la più ritmica e tribale Kuos, l’eterea ma percussiva China (Clouds Not Mountains) e la conclusiva (quasi un quarto d’ora di durata) 887 (structure). L’album è stato un successo di critica e pubblico nella scena alternativa, raggiungendo la top 40 britannica e guadagnandosi una posizione stabile nelle compilation chill-out e nei DJ set ambient.
È considerato un classico dell’elettronica cosmopolita anni ’90, capace di unire impegno spirituale, politica culturale e sperimentazione sonora.
Buon ascolto.









