Masterpieces from all times part 94: Vic Chesnutt – North Star Deserter – 2007

di Redazione, pubblicato il 6 Dicembre 2025

Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di uno dei cantautori più originali e toccanti della musica americana degli anni novanta e duemila, la cui figura rimane centrale per chiunque segua il cantautorato alternativo, il folk rock contaminato e la scena dell’Americana più oscura e sperimentale. Si tratta di Vic Chesnutt, artista amatissimo da critici e colleghi, capace di influenzare profondamente musicisti molto diversi fra loro grazie alla sua poetica visionaria, l’umorismo nero e un’intimità disarmante. Le sue liriche affrontavano temi come la mortalità, il dolore, l’identità, l’handicap, la spiritualità e l’America più marginale. La sua scrittura era intelligente, ironica, quasi letteraria.

Una quindicina gli album ufficiali del cantautore nato a Jacksonville, in Florida e trasferitosi ad Athens, Georgia a metà degli anni ottanta, giusto in tempo per farsi connoscere ed apprezzare dai concittadini REM, che produssero sia l’album d’esordio Little del 1990 che il secondo West of Rome dell’anno successivo, primo dei suoi capolavori, che comprendono anche Is The Actor Happy? del 1995, About to choke del 1996, The salesman and Bernadette del 1998, ma, soprattutto, quello che vi presentiamo, North Star Deserter del 2007, pubblicato dalla label Constellation, che rappresenta uno dei progetti più intensi, cupi e radicali della sua carriera. Alla registrazione di questo masterpiece hanno partecipato i Godspeed You! Black Emperor, i Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra e Guy Picciotto dei Fugazi.

North Star Deserter è caratterizzato da atmosfere scure e intense, con arrangiamenti che alternano quiete ad esplosioni post-rock, con un timbro vocale fragile e al tempo stesso feroce, che guida brani di grande forza emotiva. I testi riflettono su morte, colpa, redenzione, spiritualità, con un’immaginazione poetica spesso visionaria. Brani come Everything I Say, Warm, You Are Never Alone sono considerati tra i suoi migliori di sempre, mentre Debriefing è un monologo funebre devastante che molti critici hanno definito uno dei momenti più profondi del cantautorato degli anni duemila. Tra i musicisti che suonano nell’album possiamo citare il bassista Thierry Amar, i batteristi Howard Bilerman e Scott Gilmore, il vibrafonista Bruce Cawdron, il pluristrumentista Efrim Menuck, i chitarristi Chad Jones, T.Griffin e il già citato Guy Picciotto, le violiniste Jessica Moss e Sophie Trudeau, la tastierista Nadia Moss.

Buon ascolto.

vic chesnutt
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