Paola Tagliaferro e la Compagnia dell’ES – The Sound of the Spheres – full streaming e recensione

di Riccardo Storti, pubblicato il 12 Luglio 2025

Un concept album sull’armonia delle sfere, una sorta di viaggio interplanetario che ha la sua origine in un’odissea ispirata all’antica chiave egizia Ankh, simbolo della vita eterna. In realtà questo viaggio cosmico vive di fortissime e solide componenti allegoriche, nonché esoteriche, per cui Paola Tagliaferro e il suo gruppo di lavoro si sono ritrovati a dotare l’opera di un doppio apparato linguistico, tanto che, se fosse un ideale vinile, avremmo la side inglese e quella italiana. Un racconto bilingue con appoggi esterni arrivati dal poeta genovese nonché patron del Festival Internazionale di Poesia Claudio Pozzani (autore di Mars) e da un altro poeta, il venezuelano José Pulido (autore di Pluto). Si aggiunga la copertina elaborata dalla giovane artista veneta Fiamma Diletta Cremonese, un efficace gioco di grafica digitale e sensibilità manuale.

paola tagliaferro

paola tagliaferro

La Compagnia dell’Es vede oltre a Pier Gonella (chitarrista e bassista, nonché compositore delle musiche con la Tagliaferro) e a Luca Scherani – praticamente maestro concertatore al pianoforte e alle tastiere – , Andrea Orlando (Finisterre, La Maschera di Cera, La Coscienza di Zeno e Real Dream) alla batteria.

Il disco è formato da 20 tracce (10 tracce in inglese e 10 in italiano; per questa recensione citerò quelle in inglese): come nello stile della Tagliaferro, si tratta di prog ballad incentrate sulla melodia testuale delle liriche della cantautrice e interpretate dalla stessa con la consueta temperatura espressiva volta e mettere in luce il peso sonoro della parola nel confronto con l’elemento musicale.

Qua e là si avvertono influenze di varia natura come King Crimson e PFM (Moon), Renaissance (Mars), Greg Lake (Jupiter e Planet of Rings) e Pink Floyd (Sun, si ascolti il solo di Gonella). Maggiori elaborazioni in Mercury in cui si mischia un clima psichedelico californiano alla Jefferson Airplane con modulazioni alla Genesis, mentre il ritmo claudicante ha qualcosa di celtico e certe aperture di mellotron rimandano al prog classico italiano (in particolare al Museo Rosenbach); simile profilo mostra Venus con quel passo da adagio barocco, reso ancora più arcaicizzante dal tocco del clavicembalo. La classicità a tratti bachiana arriva sia in Icy Titans (un altro bel solo di Gonella), sia nelle parti pianistiche di Scherani in Planet of Rings.

la compagnia dell'es

la compagnia dell’es

A livello ritmico il modulo della ballata ama il tempo ternario, ma non mancano riferimenti al bolero (Ankh the Journey) e spinte più vivaci come nella conclusiva Pluto, messa in moto da un incisivo giro di basso (suonato con il plettro) con svise di chitarra in sottofondo accompagnate dal mellotron.

Il controllo vocale della Tagliaferro mira alla perfezione ed è l’asse portante di tutto il disco; tale prevedibile valorizzazione non è solo sorretta dal complice affiatamento con i compagni di squadra, ma anche da un indubbio talento nel sapere variare la timbrica, azzardando talvolta pregevoli orditi polifonici (Sun) e mostrando accortezza nella trasmissione del dato canoro.

The Sound of the Spheres (pubblicato da Owl Records, ndr) è un album che richiede partecipazione perché si lascia scrutare con grazia e raffinatezza, senza urla e clamori, ma con il desiderio di regalare all’ascoltatore un’occasione di buona musica e felice letteratura.