Black Sunday e ringraziamenti

di Roberto Giannini, pubblicato il 21 Giugno 2016

by Martino Serra (photos by Maurizio Tovani)

Molto piu che probabilmente devo essermi divertito oltre il dovuto per non ricordare il perché non abbia recensito l’ultima serata del XIV Festival delle Periferie ieri notte quando sono entrato in casa e mi stia trovando a farlo adesso, posto finestrino 15A del volo Ryanair per Londra.

Per gli stessi ovvi motivi che mi portano a non capacitarmi di questo fatto, non ho la coscienza di poter giudicare singolarmente le performance di ogni singola band, ma ho però la certezza di aver partecipato ad una serata dove le band, per capacità professionale, gestione sul palco e coivolgimento del pubblico, sono state oltre le mie aspettative e hanno rapito quella mia parte di metal che da circa ventanni sopiva nei golobuli del mio sangue.

Volevo per questo ringraziare non solo a mio nome ma a nome dell’Associazione Culturale Metrodora le band che ieri sera hanno partecipato all’ultima serata,

rendendo loro anche un sentito complimento, lo stesso che gli ha fatto il presidente dell’Associazione Roberto Giannini ieri sera quando siamo riusciti a trascinarlo sul palco: sono molte le band e ognuna di volta in volta sente di dover esprimere le proprie capacità professionali come giustamente è giusto che sia, ma talvolta durante una serata live possono accadere alcuni imprevisti in cui si chiede alla band di togliere qualche pezzo dalla scaletta, cominciare o prima o dopo, o altre richieste dovute all’evolversi della serata e dell’ultimo momento e la grande disponibilità  che è stata ieri sera concessa all’organizzazione da parte degli artisti è stata eccezionale, ha fatto capire quanto i veri professionisti siano capaci di intendere e venire incontro alle necessita davanti alle piccole problematiche di gestione organizzativa che ad ogni evento può capitare.

Una serata quest’ultima di questa serie di tre serate che è partita in un caldo sole di un dopo diluvio, come vuole il metal, con l’incontro di molti gruppi di amici che non si incontravano da un po’, che è avvenuto dagli stand prima che iniziassimo l’apertura dei concerti, ricordo di gente che si salutava con vera fratellanza, sia come pubblico, che artisti cui si riincontravano probabilmente dopo tempo, mentre scarivcavano gli strumenti dalle auto.  Lo staff intanto fremeva c’era agitazione nei tendoni degli stand, era l’ultima serata e dovevamo riuscire anche stasera.

La responsabilità dell’apertura è stata data Maker of Time, che con i l loro coinvolgenti pezzi hanno scaldato da subito palco e pubblico di Villa Bombrini cosicchè gli Hydra, immediati e pronti hanno proseguito al meglio l’opera e sono riusciti a trascinare un giovane punk dal pubblico a cantare con loro un pezzo dei Misfits.

Il pubblico, per lo più appassionato di metal, come la serata Black Sunday voleva, ha da subito preso posto nel sottopalco e tutta la serata ha saputo apprezzare tutte le band scese in campo, vedevo gente che si muoveva per andare agli stand giusto per il necessario, birre, qualcosa da mangiare o acquistare il cd dell’artista, ma poi nella maggior parte dei casi tornava a prendere posto sottopalco, anche perché c’è da dire che tutte le band hanno saputo davvero pestare metallo come Dio comanda e tutte, ognuno a suo modo ha saputo coinvolgere il pubblico.

Vorrei spendere anche due parole per Jacopo Saliani, speaker diciasettenne di RadiovertigoOne che autonomo, senza l’aiuto di nessuno ha dato la possibilità a oltre 2900 ascoltatori di seguirci e vederci con la web cam da casa, ha saputo loro raccontare quello che succedeva sul palco, ha, tutte le  tre giornate trovato argomenti per cui coivolgere gli ascoltatori, intervistando, nei limiti dei tempi anche diverse band. Posso solo che augurargli tanta buona fortuna nella fitta trama del mondo radiofonico e complimentarmi per il suo talento, cordialità e simpatia a cui io appoggio tutta la mia fiducia.

Ringrazio i fonici, Daniele, Rinaldo, Luca, che hanno dato sicuramente il massimo di quello che probabilmente erano anche le possibilità gestionali di un palco così grande e il tecnico luci Clivio sempre molto attento.

Grazie agli ISAAK, che dopo la loro spettacolare performance si sono prestati a darmi un po di suoni per fare tutti i ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile quest’evento, gli Alessandro, Armosino, Zito, Adesso, Luca, Emanuele, Andrea, Nina, Marina, i ragazzi che ci hanno nutrito e rifocillato con piatti da trattoria, Luca, Valentina, Matteo, Fabio, Luigi, i ragazzi che ci hanno nutrito di golosità e ciambelle alla nutella Francesco e Mario, Mr Blue che mi ha tenuto compagnia sul palco ricevendo un sacco di applausi, il mitico fotografo ultraprofessionale Maurizio, e colui che coordina e da quattoridici anni tiene a bada questa banda di matti il presidente dell’Associazione Metrodora Roberto Giannini.

E come non ringraziare tutte le band, crew, artisti e cantautori che hanno dato anima e cuore sul palco:

Venerdì per il Desert Friday

Puerto Plata Market, Mauro Cipri, Belzer, Katiusha, UT, Black Elephant, Temple of Deimos.

Sabato per l’Alternative Saturday

Tomaso Chiarella, Tribù Locale, Jess, Case di Vetro, Bells of Ramon, Il Gioco del Silenzio, Ulan Bator.

Domenica per il Black Sunday

Hydra, Maker of Time, Varego, No Man eyes, Desecrate, Isaak.

Siete stati fantastici, avete tutti dimostrato di saper cosa vuol dire stare su un palco, condividere e trasmettere emozioni e che si fa musica per comunicare un proprio pensiero una propria filosofia, ma soprattutto per trovare una scusa di divertirsi insieme e non per fare a gara a chi è più bravo.

Avete creato un grande festival.

Lo so, non è la solita recensione ricca di spunti di serata e avvenimenti, ma in realtà me la sono voluta godere anche io e mi sono goduto oltre che la musica qualche amico che mi è venuto a trovare apposta sapendo che vivo a Londra ed era l’unica occasione che avevamo di incontrarci.

Il pilota ha annunciato l’inizio delle manovre di atterraggio, stiamo sorvolando su Stanstead, la hostess (aò, neanche tanto male eh..) mi ha chiesto di riporre il laptop e allacciarmi le cinture. Le ho detto si ma ho continuato a scrivere, ma adesso mi ha davvero sgridato.

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno condiviso con noi questa quattordicesima emozione.

Ci vediamo l’anno prossimo per festeggiare insieme il XV anno del Festival.

Ci conto e vi aspetto.

staff