Grosz & Nembo Kyd – new ep – CMYK – streaming integrale

di Redazione, pubblicato il 7 Agosto 2020

Nuovo EP per Grosz & Nembo Kyd, a quasi due mesi dall’esordio (sempre su breve durata) RGB (leggi articolo).

Il secondo EP dei due giovani artisti genovesi, dal titolo altrettanto criptico CMYK è una raccolta di 4 brani intensi  che vogliono rappresentare l’arte della musica nei suoi molteplici aspetti. Un lavoro che, come il precedente disco e le tracce più datate, si rifà all’Hip Hop Elettronico, ruotando al contempo attorno a importanti correnti come Neo Soul, elettronica, Hip Hop, Future Bass ed R’n’B. Uno stile che si rinnova senza mai tradirsi in una contaminazione precisa ma variegata che aiuta i pezzi a rimanere nell’unicità.

L’artwork della cover è a cura di Luna Taliercio.

Direttamente dagli artisti:
RGB dà il via alla nostra storia. Come il suo stesso titolo, lo fa con tre lettere maiuscole. Tre brani, frutto dell’accurata selezione di un percorso artistico che procede ormai da tre anni, ciascuno con la propria storia e la propria direzione. Tra neo-soul, RnB d’oltreoceano e qualche accenno di future bass, l’EP è il primo di due biglietti da visita che hanno come comune denominatore la ricerca del groove, una spiccata ironia e una malcelata leggerezza, che nasconde tra le sue pieghe sottili tanti layer di vissuto e passione che per certi versi ci accomunano nonostante i background completamente diversi.

CMYK è l’altra faccia di RGB. Se in quest’ultimo i brani erano stati composti con una fisionomia più snella, qui non mancano vere e proprie “strutture canzone”: ritornelli, assoli, special. CMYK segue un andamento emozionalmente più profondo e intimo nella sua prima parte, con uno sviluppo e una chiusura più decisi e risoluti.

Il progetto non si rivolge soltanto ad un pubblico di ascoltatori, ma anche – e soprattutto – ad un pubblico di fruitori del Web. EP, quindi, non soltanto come prodotto audio da lanciare in cuffia ma soprattutto come insieme di elementi che come un puzzle vanno a comporre l’immaginario dei due artisti.

 I brani commentati da Mattia Lopez (Grozs):

Satin

Satin è un brano dedicato a Giorgia Bottaro (1993-2010). Ho conosciuto Giorgia nel maggio 2010. In lei avevo trovato una persona che mi dava delle bellissime emozioni, mi faceva sentire al mio posto. La relazione però non durò molto: lei era appena uscita da una storia importante e non si sentiva pronta ad affrontarne un’altra. Quando sei al liceo i sentimenti li provi a pieno, quasi in modo viscerale: io non riuscii ad accettare la cosa e arrivai a detestarla, fuggendo da qualsiasi tipo di dialogo. Una volta la incontrai per strada, lei venne da me e accarezzandomi il viso mi disse “Per favore, non odiarmi”. Fu l’ultima volta che la vidi. Il mese dopo ho scoperto che era stata vittima di un’incidente stradale. Morta sul colpo. Oggi, dopo quasi 10 anni, son riuscito a dedicarle una canzone. Per me ha un valore doppio: è con questa canzone che ho conosciuto Nembo Kyd ed è anche grazie ad essa che ho intrapreso questo percorso musicale. L’ho scritta con il cuore in mano ormai quasi 3 anni fa, volevo darla alla luce al momento giusto e con la forma giusta. Satin non è la solita canzone d’amore. Non c’è quella retorica. Non c’è una “amante immaginaria”. Il destinatario è parte della scrittura stessa, più in generale è parte di me.

Fujiko

Fujiko affronta un tema molto delicato e personale. Nel celeberrimo manga/anime, Lupin è sempre alla rincorsa di Fujiko, una figura precaria, sfuggevole nella loro relazione che, diciamola tutta, è una vera relazione tossica. In questa traccia ho imparato la lezione: ho voluto dire “Va bene, ti lascio andare”, accettare che una relazione non funziona più, ammettere che per il bene di entrambi, anche per il mio, è giusto dividersi e smettere di sentirsi stretti, per quanto ciascuno in modo diverso, nonostante un filo che ci possa legare in fondo ci sia.

Vabbè

Vabbè è la canzone più “happy” dell’EP ma ha un retrogusto malinconico. Alcuni versi, soprattutto nel ritornello, proiettano il pensiero verso i ricordi. “Vabbè” rappresenta, se vogliamo, la sintesi del mio pensiero sul significato della parola “crescere”. A volte mi rendo conto, guardandomi intorno, che le persone ormai sono abituate a voler tutto e subito quando invece, come mi hanno insegnato, bisogna sapersi godere anche il viaggio anziché avere fretta di raggiungere una destinazione che spesso, poi, non è nemmeno quella desiderata.

Miyazaki

Miyazaki mi ha aiutato a tirare fuori un lato di me che trovo essenziale e che non vorrei mai perdere: la credibilità. In Miyazaki l’attitudine rap è molto più evidente e spiccata, è come tornare a casa dai propri genitori dopo diversi anni e rendersi conto che l’approccio alla vita è totalmente diverso in confronto a prima. Metaforicamente, questo viaggio si rivive anche attraverso il sound del brano e in quello della mia voce: giriamo continuamente attorno ad un concetto canonico di hip-hop (ritmicamente, il pezzo si fonda semplicemente su un pianoforte scandito da un breakbeat) ma lo arricchiamo con tutto ciò che ci contraddistingue: il cantato, i cambiamenti repentini, l’anima black che si fonde con synth aguzzi. Miyazaki è un pezzo diretto, tagliente, che mira dritto al cuore.

Buon ascolto.