Incontri ravvicinati: Devo & Neil Young, 1978

di Alessandro Zito, pubblicato il 31 Ottobre 2019

Fine anni ’70: il punk e la new wave stanno mettendo sottosopra il mondo del rock, e i Devo sono tra le tante band che cercano di farsi notare in questo grande fermento. Devono il nome al concetto di de-evolution di cui si fanno portavoce: ironia dissacrante portata spesso fino all’estremo del nonsense e iconografia da b-movie sono tra le loro caratteristiche che saltano più all’occhio.

È curioso pensare che uno dei nomi con i quali la band ha collaborato per diversi anni, e grazie ai quali sia riuscita a guadagnare una maggiore visibilità, sia quello di Neil Young, che i più ricollegano al folk del suo disco campione d’incassi nel 1972, Harvest, riconosciuto come uno dei più importanti del genere: l’immaginario e le sonorità che Devo e compagnia stavano de-costruendo se non proprio distruggendo in quegli anni.

neil young 1978
neil young 1978

Neil Young è uno degli artisti che più ha saputo adattarsi ai cambiamenti nell’evolversi della propria lunga carriera, avvenuti non senza alti e bassi, se non vere e proprie batoste.

Il momento in cui questi due nomi si incrociano è il 1978, quando grazie a un manager che fa leva sul nome di Neil Young, i Devo riescono dopo innumerevoli tentativi ad apparire in coppia con lui al Saturday Night Live, occasione che contribuirà in modo significativo a farli conoscere a un più grande pubblico: della vicenda ne parla il blog Dangerous Minds.

devo al saturday night, 1978

Neil Young rimane colpito da quello che sente quella sera: tanti altri artisti con cui ha diviso la scena negli anni precedenti vedono in queste sonorità una vera e propria minaccia verso quelli che sono stati i valori e i simboli della musica fino a quel momento, mentre lui ne vede la scintilla di un cambiamento: dalle trovate della band Young attingerà negli anni successivi numerosi spunti, che culminano con la loro collaborazione al film Human Highway, del 1982, descritto come “se David Lynch avesse diretto Il mago di Oz sotto acidi”, il che è tutto dire.

A rappresentare in pieno quest’atmosfera c’è una jam session di 10 minuti che parte da un riff di chitarra e un testo scarno buttato giù da Young, che prontamente deraglia verso un marasma di cacofonia e schitarrate noise… il film diventarà un cult con gli anni e all’epoca solo una manciata di sale lo proiettarono, ma il brano sarà uno dei pezzi cardine di Young, che proporrà poi come singolo con i Crazy Horse. Lui stesso racconta in un’intervista contenuta nel documentario Don’t be Denied che le stazioni radio una volta ricevuto il singolo chiamarono per chiederne un’altra copia: “C’è stato un problema, il singolo è danneggiato, il suono è tutto distorto!”

Buona visione e buon ascolto.

Per approfondire

Ascolta qui una esauriente compilation di Neil Young