Masterpieces from all times part 25: Groundhogs – Blues obituary – 1969

di Redazione, pubblicato il 23 Agosto 2022

Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, questa volta prendendo in esame un disco di una band inglese assolutamente sottovalutata, i Groundhogs, protagonista soprattutto tra fine anni sessanta e la metà dei settanta dell’evoluzione del blues del Regno Unito, creandone una miscela con il primo hard rock assolutamente unica.

L’album che abbiamo scelto e che ha vinto il ballottaggio con l’altrettanto sraordinario esordio è il secondo Blues obituary, che è quello che più di ogni altro ha trasformato il blues classico (soprattutto John Lee Hooker, vero mentore della band e citato nella denominazione sociale della band) per avvicinarsi alle sonorità più hard rock di band seminali quali Blue Cheer e i primi Zeppelin.

Sotto la leadership dello straordinario chitarrista e vocalist (oltrechè produttore e arrangiatore) Tony McPhee accompagnato dal bassista Pete Cruickshank e dal batterista Ken Pustelnik, la band sforna sette straordinari e torrenziali esempi di hard blues, tra le quali segnaliamo l’hendrixiana Light Was The Day e l’ipnotica Mistreated, probabilmente il brano di punta di questo album (uscito nel 1969 per la Liberty) che ha contribuito a cambiare le coordinate del blues.

Buon ascolto.

groundhogs