Recensione: Other Voices – A way back – 2015

di Roberto Giannini, pubblicato il 2 Luglio 2015

by Alessandro Adesso

Ovvero “Non si esce vivi dagli anni ottanta” come cantava qualcuno diverso tempo fa. Gli Other Voices si fanno portatori di un genere che in questi ultimi anni e’ tornato in auge, realizzando un album che si muove tra dark, post punk e new wave.

  Intanto c’e’ da parlare della loro provenienza: non capita tutti i giorni, purtroppo, di trovare una band nata nella provincia di Reggio Calabria che riesca ad avere un’attitudine internazionale e che  collabori con gente del calibro di Wayne Hussey (The Mission, Dead or Alive, Sister of Mercy). Se si pensa poi che questo loro secondo disco e’ stato realizzato nei Parr streat studio di Liverpool, gli stessi che hanno gia’ ospitato gente del calibro di Coldplay, Nutini ed Echo and the Bunnymen, si puo’ capire facilmente quale sia la dimensione di questa band, almeno fuori dai nostri confini.

  E altro motivo a rendere speciali questi Other Voices e’ che fin da subito sono riusciti a farsi notare in un certo ambiente: nati nel 2002 realizzano il loro primo album “Anatomy of a pain” nel 2005; la visibilita’ ottenuta con il loro esordio permette di calcare palchi insieme a gruppi come El guapo e Buzzcocks e di partecipare al festival berlinese Blüthenrausch Summer Fest. Insomma, una band che di italiano ha poco, si direbbe. E in effetti le sonorita’ presenti in questo “A way back”, appunto secondo album che segue l’ep “Beloved child” del 2011, sono molto poco tipiche dello stivale, se si fa eccezione di un certo movimento nato verso la meta’ degli anni ottanta e destinato a sparire nel giro di poco tempo: gia’ dalla opener “ I Walk on the wire” e’ chiara la direzione dei calabresi, un brano con una profonda voce dark strutturata sopra un arpeggio di chitarra malinconico. “A night lasting a year” dimostra che i cinque amano comunque alzare i bpm e in “Poor road” o “Hate me again” invece che non vengono disdegnate le cavalcate e i riff metal di tanto in tanto. Ma e’ in  brani come “Journey” o “Without any sound” che il gruppo da il meglio di se, dove gli strumenti riescono ad intrecciarsi tra loro meglio che in altri momenti.

  Si diceva che l’album e’ stato registrato a Liverpool, con l’aiuto di Yorkie (The space) che aveva gia’ collaborato nell’ep precedente. Parte delle registrazioni invece sono state realizzate negli studi di Artigianalsound di Taurianova (Rc).

  Il disco e’ prodotto da RBL Music Italia e distribuito da Metaversus.

Tracklist:

 

1 – I Walk On The Wire

2 – A Nigth Lasting A Year

3 – Garlic

4 – Journey

5 – Poor Road

6 – Whitouth Any Sound

7 – Hate Me Again

8 – I Seek A Way

9 – The Only Real Convinction

10 – A Way Back

11 – Gunslinger

 

Other Voices:

 

Vincenzo Amato, Francesco Misiti, Giuseppe Dromi, Vincenzo D’Agostino, Giuseppe Bonelli, Rosario Siciliano

 

Contatti:

 

http://www.othervoices.it/home.asp