Recensione pietra miliare: Litfiba – 3 – 1988

di Redazione, pubblicato il 23 Febbraio 2014

Litfiba – 3 – 1988 – (I.R.A. Records)

by Alessandro Adesso

Quando esce Litfiba 3, che inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi Prigionieri, è la primavera del 1988, i Litfiba non hanno ancora raggiunto l’apice del successo eppure sono già  una delle più importanti band della scena italiana. Reduci dalla tournee di 17 Re che li ha portati a suonare in Australia stanno dando alla luce quello che forse è il miglior disco di tutta la loro produzione, il primo lavoro italiano pubblicato in digitale, come testimoniato dalla biografia di Federico Guglielmi A denti stretti del 2000. Riascoltato a più di vent’anni dalla sua uscita si può dire che Litfiba 3 (in realtà  il loro quarto disco, visto che il primo datato 1983 è il quasi sconosciuto Eneide di Krypton un album ibrido, perchè segna un passaggio da un’era all’altra dei fiorentini. E’ il disco che chiude la trilogia del potere (da qui il titolo dell’album), formata appunto da Desaparecido, 17 Re e Litfiba 3, è l’ultimo disco in studio che vede la formazione composta da 5 elementi, mentre dal punto di vista strettamente musicale è l’ultimo nelle quali si possono sentire le sonorità new wave che hanno caratterizzato i primi Litfiba, anche se già  a tratti appare quella durezza che invece sarà  elemento principale della seconda veste della band. Pochi mesi più tardi Ghigo Renzulli e Piero Pelù perderanno gli altri elementi: a seguito di una lite con il produttore di allora Gianni Maroccolo, vera vena compositiva, lascerà  la band per unirsi ai C.C.C.P. portandosi con se il batterista Ringo De Palma che morirà  poco dopo per overdose, anche il tastierista Antonio Aiazzi si allontanerà dal gruppo continuando però a collaborare come compositore. Ma la fine degli anni ’80 è un periodo di cambiamenti, la scena post punk sta terminando e dagli Stati Uniti arrivano band come i Mudhoney, mentre da li a poco Soundgarden e Nirvana pubblicheranno i loro dischi di esordio sancendo la nascita del grunge, genere che probabilmente ha influenzato anche i nostri.

Di questo disco si è detto spesso che è il più politico dei Litfiba, ma forse sarebbe più corretto dire il più sociale, visto che i temi trattati non sono solo politici. In copertina compare una foto di Willie Jasper Darden, condannato a morte per il presunto omicidio di James Carl Turman e il ferimento di Phillip Arnold durante una rapina e giustiziato sulla sedia elettrica dallo stato di Florida nel marzo del 1988.

La traccia di apertura  Santiago nella quale la visita di Giovanni Paolo II al generale Augusto Pinochet in Cile diventa una critica verso il connubio religione e potere (E l’uomo in bianco scese dal cielo / Ma era al di là delle barricate / E dittatura e religione fanno l’orgia sul balcone). Segue Amigo, brano forse fine a se stesso, mentre la dolcezza della melodia di Louisiana contrasta aspramente con l’argomento trattato, quello della pena di morte (Louisiana / Resti ad aspettare / E arriva il momento / Di cavalcare il fulmine). In uno dei brani più “duri”, Ci sei solo tu, ad essere presi di mira sono i manicomi, mentre la pazzia diventa unica forma di libertà,  Paname dedicata ai giorni della comune parigina (Paname infatti è il nome dato a Parigi durante quel periodo) e Cuore di vetro, che per chi scrive anticipa di qualche anno Fata Morgana è un gioco tra il riff di chitarra del verso e il giro di tastiera del ritornello nel quale la voce di Pelù da sussurrata diventa una preghiera. In Tex, una delle canzoni più famose, si parla degli indiani nativi d’America, tema caro ai nostri e già  affrontato con Ferito in 17 re; seguono Peste (l’episodio meno riuscito) e Corri, inno alla libertà , anche questo ripreso più volte nel corso della carriera. Chiude la bella Bambino, ricordi malinconici verso l’infanzia e la sua voglia di nuove scoperte, dove l’incedere del basso è un ottimo tappeto per la voce.

Qui si parla quindi di un disco meno conosciuto di El diablo o Spirito e meno quotato dei due precedenti, ma di ottima fattura e forse il più bello. Gli anni sono passati, da allora la musica è cambiata, Litfiba 3 però resta ancora monumentale.

Tracklist:

Santiago

Amigo

Louisiana

Ci sei solo tu

Paname

Cuore di vetro

Tex

Peste

Corri

Bambino

Formazione:

Piero Pelù: voce

Ghigo Renzulli: chitarra

Gianni Maroccolo: basso

Ringo De Palma: batteria

Antonio Aiazzi: tastiere